LE TECNICHE

PRELIEVO TESTICOLARE: FNA, TESE E MICRO-TESE

Tecnica chirurgica che permette di prelevare gli spermatozoi direttamente dal testicolo. Utilizzata nei casi di assenza di spermatozoi nel liquido seminale (azoospermia), a causa di un’ostruzione (azoospermia ostruttiva) o di un’alterazione della spermatogenesi (azoospermia non-ostruttiva).

CONGELAMENTO: EMBRIONI, OVOCITI, LIQUIDO SEMINALE

Le tecniche di congelamento nella fecondazione assistita, offrono la possibilità di conservare le cellule riproduttive e gli embrioni a basse temperature, per lunghi periodi di tempo, preservando e mantenendo inalterata la qualità.

PRESERVAZIONE DELLA FERTILITÀ

Il social freezing, utile alle donne che per motivi personali procrastinano la ricerca della gravidanza, consiste nel congelamento dei propri ovociti a bassissime temperature. In questo modo la fertilità della donna viene preservata, permettendole di pianificare la gravidanza compatibilmente con il suo vissuto.

ESAMI DIAGNOSTICI SU LIQUIDO SEMINALE

1. SPERMIOGRAMMA
Valutazione al microscopio del liquido seminale finalizzata all’analisi della qualità e quantità degli spermatozoi secondo i parametri di riferimento stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

2. TEST DI FRAMMENTAZIONE DEL DNA SPERMATICO
Test di valutazione dell’indice di frammentazione del D.N.A. degli spermatozoi.

 

3. MAR TEST (DETERMINAZIONE PRESENZA ANTICORPI ANTISPERMATOZOO)
Questo esame è utile per verificare la presenza di anticorpi sugli spermatozoi che possono ostacolare o rendere più difficile la fecondazione.

TEST DI RECETTIVITÀ ENDOMETRIALE

Biopsia dell’endometrio (senza anestesia) seguita da un esame genetico che fornisce informazioni aggiuntive sul momento migliore per trasferire l’embrione in utero.

BIOPSIA EMBRIONALE E TEST GENETICO PRE-IMPIANTO (PGT)

Si tratta di una tecnica che permette di identificare patologie ereditarie o alterazioni cromosomiche degli embrioni prima del loro trasferimento in utero. Consiste nel fare una biopsia direttamente sull’embrione (prendendo qualche cellula del trofoectoderma quando l’embrione dopo 5-6 giorni di sviluppo è allo stadio di blastocisti) seguita da un test genetico.

 

Questa tecnica è utile non solo nei casi di pazienti portatori di mutazioni genetiche ma anche nei casi in cui ci sono rischi legati all’avanzare dell’età materna. In parole semplici, è una precocissima diagnosi prenatale, che serve a scoprire se un embrione è formato in maniera corretta.

 

Prima di conoscere questa tecnica per decidere gli embrioni da trasferire in utero ci siamo affidati al loro aspetto morfologico in vitro e al loro comportamento durante lo sviluppo. Queste informazioni, seppure utili, restano incomplete circa la reale potenzialità dell’embrione, che seppur avendo un ottimo sviluppo in vitro può presentare alterazioni genetiche che manifesterà tardivamente. Oggi, invece, riusciamo a individuare l’embrione cromosomicamente buono che ha più potenzialità di dare una gravidanza, aumentando l’efficienza della tecnica e ottimizziamo i risultati di un ciclo.

 

PGT-A: Biopsia dell’embrione allo stadio di blastocisti con test genetico per ricercare le alterazioni del numero di cromosomi.

 

PGT-M: Biopsia dell’embrione allo stadio di blastocisti con test genetico per ricercare i geni responsabili di malattie genetiche ereditarie.